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IL FUSTONelle piante erbacee appare di consistenza molliccia, è verde ed ha un
diametro modesto; nelle piante arboree è legnoso, ha una notevole consistenza e
il suo diametro può raggiungere grandi dimensioni. Le funzioni fondamentali del
fusto sono quelle di portare i rami, le foglie, i fiori, i frutti ed, in secondo
luogo, di stabilire il collegamento tra le radici e questi organi per assicurare
il trasporto delle sostanze nutritive. Quando è giovane, partecipa alla sintesi
clorofilliana e, spesso, durante l'inverno, ha anche funzioni di organo di
riserva, talora addirittura specializzandosi e trasformandosi in rizoma, bulbo,
ecc. All'apice del fusto vi è un complesso di cellule meristematiche alla cui
attività si deve l'allungamento del fusto e la formazione di tutti i suoi
tessuti primari. Questa zona, chiamata zona embrionale, è sempre molto ridotta e
le sue dimensioni sono di alcune centinaia di micron. Le dimensioni però di
questa zona rimangono costanti nonostante l'intensa attività di divisione delle
sue cellule perché se da una parte si formano nuove cellule meristematiche,
dall'altra le cellule meristematiche che vengono a trovarsi distanti dall'apice
diventano cellule adulte. La zona embrionale è seguita dalla zona di
differenziazione dove le cellule smettono di essere meristematiche e si
differenziano nei vari tipi di tessuti adulti del fusto. Questa zona ha
un'estensione molto variabile nelle diverse piante e va da pochi millimetri a
diversi centimetri. Segue poi la zona di struttura primaria, i cui tessuti sono
ormai divenuti adulti. Nelle monocotiledoni la struttura primaria è definitiva e
quindi si estende per tutto il fusto. Queste piante di solito sono erbacee ed
hanno una vita piuttosto breve (circa un anno). Nelle dicotiledoni arboree e
nelle gimnosperme, la zona di struttura primaria è in genere ridotta ed è
seguita dalla zona di struttura secondaria, che costituisce tutta la restante
parte del fusto e alla quale si deve la caratteristica durezza di queste piante.
Nella struttura primaria del fusto delle dicotiledoni e gimnosperme si
distinguono tre tessuti diversi: 1) l'epidermide, con stomi dotati di clorofilla
e peli; 2) la corteccia primaria, con parenchima clorofilliano e amilifero
(tessuti di riserva); collenchimi e sclerenchimi, ovvero tessuti specializzati
nella funzione di sostegno della pianta, in quanto presentano la lignificazione
delle pareti che rivestono le cellule ed endoderma; 3) il cilindro centrale, che
è la porzione più interna del fusto. Lo strato più esterno è il periciclo e poi
vi sono fasci conduttori, distribuiti secondo una cerchia regolare dove, nella
porzione interna più vicina al centro del fusto, abbiamo lo xilema, che
trasporta la linfa grezza, ed una porzione esterna, libro, che trasporta la
linfa elaborata. Nella struttura primaria delle monocotiledoni, invece, questi
fasci conduttori sono disposti in modo disordinato. Nelle dicotiledoni e
gimnosperme, dopo la differenziazione della struttura primaria, si realizza un
accrescimento secondario in spessore del fusto a carico dei tessuti detti
appunto secondari. Il fusto di una pianta arborea è costituito quasi interamente
da tessuti di origine secondaria, che sono il cambio cribro-vascolare,
determinante l'accrescimento in spessore del cilindro centrale, e il cambio
subero-fellodermico, che aumenta lo spessore della corteccia. Il cambio
cribro-vascolare dà origine a legno e libro secondario che servono al trasporto
degli elementi nutritivi nell'interno della pianta. Col progredire dell'età, la
parte più interna del tronco (duramen) perde la sua funzionalità ed il suo
legno, ormai morto, funziona solo come tessuto di sostegno; il trasporto delle
sostanze viene effettuato allora solo dagli strati esterni più giovani
(alburno).
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